commenti pag.7 - Moirym pittrice

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commenti pag.7

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DOTT.SSA LICIA ODDO
STORICO DELL'ARTE E SPECIALISTA IN
VALORIZZAZIONE DEI BENI ARCHEOLOGICI
MOIRYM - L’AUTENTICITÀ DI UN VIBRANTE LIRISMO CELEBRATIVO
Quando si parla di arte, è facile accostare a questo grande universo, il sostantivo creatività in tutte le sue manifestazioni. La creatività conviene alla grande maggioranza degli uomini che creano arte, ma non sempre appare sufficientemente esaustiva, specie, se nell’opera d’arte quest’ultima non sia foriera di un linguaggio universale e superiore, inteso non solo da una sparuta parte di gente, abituata a guardare, osservare, come gli addetti ai lavori, ma in particolar modo dal popolo tutto, appartenente a culture e tradizioni diverse. La capacità di “iconografare” i sentimenti per l’artista Moirym è certamente non meno degna della capacità del poeta di “verbalizzare” gli stessi sentimenti, che rispettivamente, mediante il comune lirismo del colore e della poesia, suscitano quel turbamento dell’anima nel contemplatore, il quale, inconsapevolmente ne resta emozionato grazie al linguaggio universale che è l’arte in sé per sé.
Donna genuina, come la sua terra a metà strada, tra la campagna ed il mare, la splendida città di Ancona, Moirym, guarda al mondo artistico non solo come protagonista autrice, ma si compenetra a tal punto da divenire ella stessa spettatrice delle sue intense ed emozionanti opere, quasi una trasposizione di se stessa nel puro disegno e nella stesura raffinata e calibrata dei colori. Si muove con sicurezza e con sagacia di intento, manifestando tra fascino ed incanto quell’assoluta novità nel rappresentare personaggi stereotipati come ad esempio una ballerina, che non solo possono essere ricondotti ad un mondo fantastico, ma sono talmente empatici che esplodono nella manifestazione fisica personale di un sospiro o di un sorriso.
L’artista in forma armoniosa, gioca, invitando lo spettatore nel mondo dell’arte, consegnandogli soffi di ricordi, di momenti di luminosità in cui ogni uomo riesce a trovare un pò di sé  stesso nell’armonia di un istante contemplativo di sospensione da questo mondo travagliato dal rumore, dalla velocità e dall’immediatezza.
La fonte della creatività di Moirym sta nel fatto stesso che lei non abbia mai perduto quello sguardo da bimba, tra innocenza, stupore e capacità di coinvolgere e capovolgere ogni mondo, ogni oggetto, ogni interpretazione, restituendone la visione più autentica che si cela dietro l’opera d’arte. Una ricchezza interiore che si incontra con una maggiore forza sia nell’espressività del colore che dei soggetti scelti, sia nella nuova frontiera della Digital art, praticata dall’eclettica artista, attraverso la quale ci si sente inevitabilmente catturati e trasportati in un mondo diverso, migliore, ai ricordi indelebili della propria infanzia, pur tuttavia con la grande capacità di renderli sempre attuali.
Alberga in lei tutto il sapore della mediterraneità che ne forgia la sua identità di donna e di artista, attraverso reminiscenze di luoghi, di storie, di vicende che prendono “corpo” nelle sue tele innervate da chiari riferimenti nostalgici e di ampio respiro cromatico che decretano diversi orientamenti pittorici proiettati ad investigare gli svariati aspetti della realtà interiore.
Proprio dalla realtà interiore, nasce altresì lo studio approfondito del colore, come qualcosa di vivo, di umano, di tangibile, in cui scorgere ogni chiaro riferimento a tutti gli aspetti dell’umana esistenza. In generale il colore è un mezzo per influenzare direttamente un’anima producendo un effetto particolare su di essa, e Moirym questo lo sa bene, ecco perché nelle sue tele emerge la volontà di partecipare di tutti i colori che ogni individuo desidera unire alla propria essenza, quasi un tributo ed un invito alla gioia ed alla ilarità della vita, assegnando ad ognuno di essi colori, la forza psichica che sprigiona un’emozione di Kandinskijana memoria. Pur tuttavia pervenendo e superando qualsiasi accento avanguardistico, il tratto segnico di Moirym viene comunque dominato dalla rappresentazione tradizionale della realtà. Dal figurativo all’astrattismo il passo è breve quando è il ricco ed avvincente cromatismo il protagonista indiscusso dell’opera d’arte. Ed in specie,  nell’astratto in cui l’interpretazione della realtà scaturisce da ciò che gli occhi dell’artista stanno proponendo a modo proprio, risulta evidente il connubio perfetto tra musica e colore che danzano soavemente al suono di violoncelli vivaci quasi umanizzati, nell’opera “Sinfonia”. Del resto il colore è per la mente ciò che le onde sono per il mare. Ma è la luce la partner perfetta del colore, che Moirym adopera in uno studio accurato ed in una combinazione audace ed intraprendente che inonda lo sguardo nell’opera “Sorgente”, in cui una cascata irradiata da mille riverberi di una fitta vegetazione, si riflette nell’occhio umano ammirato dalla mirabile mescìta cromatica.
Colori intensi e vivacemente mescolati che arricchiscono altresì la tela dal titolo “Autostrada”, ove le infinite “contrade” dell’anima corrono veloci nella rappresentazione del frenetico tram tram quotidiano come fossero crocevia autostradali.
La natura sovrana diva dell’arte di tutti i tempi, è per Moirym fonte ispiratrice dei suoi dipinti in cui colori caldi ed intensi librano assieme a colori freddi nell’astratto dal titolo “Veliero”. Il tramonto fa da sfondo ad una maestosa imbarcazione al di là delle cui vele,come imponenti grattacieli, sporgono costruzioni cittadine, cariche dei misteri di mari lontani a suo tempo solcati in una continua ricerca della propria esistenza. Ma la natura in tutta la sua ricca e magnificente estensione cromatica, fa da cornice ad un’affascinante e coinvolgente figurativo che evoca con maggiore enfasi il binomio arte – lirica nella rappresentazione nostalgica della “Campagna marchigiana” o “Colline nelle Marche” in cui il digradare del rossiccio dei campi arati, sino ai diversi toni del verde degli alberi, per giungere ad un azzurro tenue, colore che infonde serenità e che domina le colline all’orizzonte, sembra intrecciare una “corrispondenza d’amorosi sensi” con la celebre lirica carducciana che ricorda la sfolgorante bellezza marchigiana: “Così benedetta da Dio di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono -  ed il tutto in un assoluto unanime lirismo celebrativo.
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